Su la Stampa di ieri Paola Mastrocola, con la schiettezza che la contraddistingue, scrive un articolo sulla scuola intitolato “Scuola, aboliamo il recupero degli asini”. Dice l’Autrice “ Siamo sicuri che l’Italia debbe pagare così tanto denaro perchè uno studente si ostina a non aprire un libro?…Pensiamo davvero che faccia bene ai ragazzi essere così tanto imboccati, pedinati, inseguiti e perseguitati: in una parola, recuperati? Non dovrebbe esserci un tempo in cui gli insegnanti, dopo avere svolto e ri-svolto con professionalità e passione gli argomenti del programma, li lascino finalmente soli a rispondere delle loro azioni o non azioni? Non dovremmo esigere che diventino responsabili dei loro insuccessi? Responsabili e liberi, anche di non studiare. Non sarebbe questa un’azione nobilmente educativa? “.
Mi è sembrato un brano forte ma estemamente vero. Gli studenti fondamentalmente non studiano e non vogliono studiare. Lo dimostra il fatto che molti studenti hanno recuperato in poche settimane il debito del primo quadrimestre e poi sono crollati di nuovo, miseramente. Come mai? Perchè hanno smesso immediatamente di studiare.
Gli studenti non studiano ma vorrebbero essere promossi lo stesso. Vi sembra giusto?