Abbiamo già parlato di pena di morte ma questo è un appuntamento importante. E’ stato pubblicato infatti ieri il rapporto di Amnesty International sulle sentenze capitali e le esecuzioni.
Nel 2007 il dato complessivo è di 1252 giustiziati in 24 nazioni (27.500 persone sono al momento in attesa dell’esecuzione capitale). Secondo i dati ufficiali:
- Pechino ha mandato di fronte al boia 470 persone
- L’Iran 317
- l’ Arabia saudita 143
- il Pakistan 135
- gli Stati Uniti 42
Questi sono i dati ufficiali. In realtà secondo stime attendibili il triste primato della Cina sarebbe molto più pesante: la Cina ucciderebbe una media di 22 detenuti al giorno. Di qui ai giochi olimpici i condannati potrebbero essere dunque oltre 2000.
Occorre poi sottolineare che molti paesi continuano a eseguire condanne a morte per reati comunemente non considerati tali. Ecco alcuni esempi:
- a luglio in Iran, Ja’far Kiani, padre di due figli, è stato lapidato per adulterio;
- a ottobre in Corea del Nord, il manager 75enne di un’azienda è stato fucilato per non aver dichiarato le proprie origini familiari, aver investito i suoi risparmi nell’azienda, averne messo a capo i figli e aver fatto telefonate all’estero;
- a novembre in Arabia Saudita, il cittadino egiziano Mustafa Ibrahim è stato decapitato per aver praticato la stregoneria;
- in violazione del diritto internazionale, tre paesi (Arabia Saudita, Iran e Yemen) hanno eseguito condanne a morte nei confronti di imputati che avevano meno di 18 anni al momento del reato.
“Quando lo Stato prende la vita di una persona, siamo di fronte a una delle azioni più drastiche che possa compiere.” – ha concluso Amnesty International. E più inutili, aggiungo io.