In un interessante articolo pubblicato sul corriere.it Francesco Giavazzi sottolinea: “Dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta la distanza fra il reddito dei laureati e quello di lavoratori poco istruiti è rimasta relativamente stabile; ma negli ultimi vent’anni quella distanza è esplosa. Innovazione tecnologica (Internet, i computer, l’uso sempre più frequente di modelli fisici e matematici nella finanza) e globalizzazione hanno concorso a far crescere il «premio all’istruzione». La globalizzazione (come spiegano Paolo Epifani e Gino Gancia in un articolo sull’Economic Journal) premia l’istruzione perché le imprese, per sopravvivere, devono dedicarsi a produzioni che richiedono lavoro con un elevato livello di specializzazione. Chi ha smesso troppo presto di studiare, o chi ha avuto la sfortuna di frequentare scuole cattive, è perduto”.
Ma tanto non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire 😥