Il problema della fecondazione assistita apre scenari sempre nuovi e discutibili. L’ultimo episodio di cronaca è la richiesta di una moglie che ha chiesto al Tribunale la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita con il seme del marito caduto in coma irreversibile per un tumore al cervello. Il Tribunale ha negato l’autorizzazione, ma la donna potrebbe rivolgersi a qualche centro all’estero per ottenere il risultato sperato.
Voi cosa ne pensate? E’ giusto desiderare tanto un figlio da una persona ed essere pronti a sfidare ogni ostacolo? E’ giusto impedire a questa donna di avere questo bambino, visto che il padre non è in grado, al momento, di esprimere la sua volontà?
Direi che è un problema assai delicato e come sempre la stampa e tutto il mondo giornalistico si intromette nelle vicende familiari. Non saprei a chi dar ragione però di certo la moglie ha una gran forza di andare avanti e soprattutto cerca anche di allevare un figlio forse da sola. Sapere se il marito voleva il figlio non si sa questo è vero però se sono sposati evidentemente un’unione forte c’è e quindi il figlio poteva esserci.
Secondo me la donna può farlo…
il marito è in coma, quindi probabilmente vuole un figlio da lui, che non ha fatto in tempo ad avere. In questo modo forse spera di ‘riempire’ il vuoto che ha creato la mancanza del marito e cerca qualcuno a cui dare affetto.
Io non la condannerei subito, sono desideri giusti e comprensibili per una donna, credo. Sono perplessa sul fatto che lui non può dare il consenso, non essendo cosciente…ma credo che nonostante questo sua moglie abbia il diritto di chiedere la fecondazione assistita. Forse non in Italia, perchè qui le opinioni su queste faccende sono sempre molto/troppo severe. . .