Ho sempre pensato che il valore dei diritti si percepisca solo quando ci vengono calpestati e negati. Come diceva Calamandrei “la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. E’ così per tutti i diritti: l’onore, l’integrità fisica, l’uguaglianza, la privacy li capiamo solo se ci offendono, ci picchiano, ci discriminano, diffondono informazioni che ci riguardano…
Ho sempre pensato che per far in modo che i ragazzi ne percepiscano veramente il significato bisognerebbe far vivere loro un’ingiustizia, per far sentire come ci si sente quando si è la vittima. L’ho solo pensato però. Non ho mai avuto il coraggio di farlo.
E’ stata brava invece questa prof. di un liceo di Firenze. E’ entrata in classe e ha detto: “È arrivata una circolare che un po’ mi preoccupa: entro il 15 di febbraio ciascuno di voi deve portare il certificato di nascita e di residenza”.
“Perché? A cosa serve?” Si sono insospettiti i ragazzi. E la prof: “Non so se sia per il federalismo o cosa, ma pare che il ministero non paghi più la scuola se non siete nati a Firenze e se non sono prevalentemente nati a Firenze anche i vostri genitori e i vostri nonni. Ci faranno finire l’anno e poi ciascuno di voi deve tornare nei Paesi di provenienza della famiglia…».
«E’ uno scherzo?» e la prof. seria: «No affatto, vale anche per noi insegnanti. Io dovrò tornare in Emilia Romagna».
I ragazzi impauriti hanno cominciato a discutere delle conseguenze che avrebbero subìto. Qualcuno spaventato all’idea di tornare in Cina, qualcuno angosciato di dover andare in un paese senza parlarne la lingua. Uno ha posto un problema: «Mio nonno è Piemontese e mia nonna è nata in Calabria: io dove dovrei andare?». Qualcuno ha cominciato a credere di non essere più in una democrazia, qualcuno si è messo a piangere, qualcuno ha abbracciato il compagno in lacrime e gli ha fatto coraggio.
Dalle prime file hanno lanciato accuse di razzismo: «Una circolare così è ingiusta, ribelliamoci». Qualcuno ha sospettato: «Prof possibile che la tv non abbia detto niente?». E i giornali? e internet? Lei ha preso in mano un foglio, fingendo fosse una circolare: «è scritto qui».
Dopo mezz’ora l’insegnante ha svelato il senso di quella strana lezione: «Ragazzi, è andata più o meno così, un po’ di anni fa, in Italia, quando sono state applicate le leggi razziali…adesso forse lo capite meglio».
Grande prof.!
Ottima idea, ma solo da ascoltare. Mi raccomando Prof, non si faccia venire certe idee perchè non so come reagiremmo. già che siamo una classe “non tranquillissima”, pensare che ci faccia una cosa così! ahah!! ci vediamo a scuola! Lorenzo meconi
Magari potrei cominciare a fare qualche tortura psicologica oppure potrei perquisire qualche zaino per far sentire come ci si sente senza la libertà 😉
Prof, non ci pensi neanche a fare cose del genere. Ci pensa alla Michela, e alla sua reazione? 😀
Mi sembra che sia stata davvero una bella idea quella di questa prof! Anche io penso che molta gente, se non quasi tutti, finchè non provano una cosa sulla loro pelle non ci crederanno mai fino in fondo, non credono che sia possibile.