Pensavate di essere eletti?
J: No, assolutamente no! Non pensavo di ricevere tanti voti! Tutt’ora non penso di essere una persona “popolare” come erano stati altri rappresentanti eletti gli anni scorsi!
JT: Quest’anno devo dire che non me l’aspettavo. Ho iniziato a pensare di essere eletto quando ho visto che molti mi fermavano per i corridoi dicendomi “Voto te! Voto te!”.
G: Io all’inizio non ero un vero e proprio candidato! Mi sono infilata per dare suggerimenti, idee e poi mi ci sono ritrovata dentro … e eletta!
JT: In realtà ha rubato 150 schede e si è votata! Il bello è che si è sbagliata a mettere la X e i voti risultano solo 72!
Cosa pensate del fatto che è stata eletta solo la vostra lista?
JT: Siamo fenomenali! Li abbiamo distrutti tutti!
J: Scherzi a parte, abbiamo trovato il modo migliore per comunicare con la gente e contemporaneamente proporre delle buone idee.
JT: Bisogna essere furbi. Il “metodo di propaganda” è stato quello dell’anno scorso: discorsi più divertenti con le prime e un po’ più seri con le quinte. Con le prime non si può fare un elenco di cose serie o non ti voteranno mai!
J: Le altre liste erano imbarazzanti! La lista 5 aveva delle buone idee, ma le altre erano lì solo per perdere tempo.
G: Eravamo 9 liste di cui solo 2, massimo 3 erano serie! Era una situazione penosa!
J: Bisogna anche dire che ci siamo saputi vendere.. Abbiamo mostrato agli studenti quello che volevano vedere. Sembra brutto così, però purtroppo è l’unico modo. Questa è solo una versione ridotta di quello che succede durante le campagne elettorali dei politici.
Cosa succede durante i consigli di istituto? Vi sentite ascoltati?
G: No, in realtà non ci sentiamo presi particolarmente in considerazione, solo gli ultimi 5 minuti ci chiedono se abbiamo qualcosa da dire.
J: No! Non ci chiedono se abbiamo qualcosa da riferire, ci dicono “dobbiamo scrivere quello che volete”. Loro scrivono, poi ci fanno sapere.
JT: Fan finta di darti importanza, hai la carica di rappresentante d’istituto ma in realtà non conti molto.