La scuola in questi giorni è spesso sulle pagine dei quotidiani. Dalle lauree comprate all’abolizione del valore legale dei titoli di studi, dal problema dei compiti a casa alla presenza di classi zoo senza alcuna disciplina . A volte mi sembrano discussioni accademiche, fatte da chi la scuola non la conosce e non la vive quotidianamente. Del resto parlare di scuola è facile, interessa tutti perché tutti, chi prima chi dopo, ne hanno avuto a che fare e questo basta a legittimare la possibilità di dire qualunque cosa.
L’ultima polemica riguarda i voti: il preside del liceo classico Berchet di Milano ha proposto l’esclusione dei voti inferiori al 4 in pagella perché “i due e i tre creano troppa frustrazione nei ragazzi“. La dichiarazione ha aperto un’accesa discussione e non manca chi invece sottolinea che i 2 o i 3 sono solo un segnale della scarsissima preparazione e un richiamo al dovuto impegno.
Il votaccio fa solo male o fa crescere? Dibattito è aperto, dite la vostra.
Ho letto l’articolo e se posso dire la mia penso non sia giusto abolire i voti al di sotto del 4. Non mi sembra giusto perché se uno studente consegna in bianco si merita di prendere 2 o 3 ,a differenza di uno che magari consegna avendo fatto tutto ma magari sbagliando tutto che almeno un 4 potrebbe prenderlo per la buona volontà di averci almeno provato.
è vero, un 3 o peggio un 2 può abbattere molto noi studenti, ma penso che ci possa aiutare a crescere e dare del nostro meglio per migliorare e recuperare.
Come ci dicono sempre, e magari noi non ci vogliamo credere, ma spesso i prof non fanno solo medie matematiche per dare voti alla fine dell’anno; se no dopo aver preso un 2 bisognerebbe prendere un 10 per arrivare alla sufficienza, e la cosa è chiaramente impossibile.
i voti sotto il 4 servono solo per far capire agli studenti che c’è bisogno di più impegno da parte di quest’ultimi o che devono cambiare qualcosa nel loro metodo di studio. Io credo questo..