Sento da tutte le parti racconti di professori bravissimi che utilizzano tutte le tecnologie più innovative per spiegare da casa i loro argomenti. Altri sono bravissimi nel fare video lezioni e assicurano di garantire gli stessi servizi agli studenti.
Io invece sono tristissima. Mi manca la scuola, mi mancano i ragazzi, mi mancano le loro risate, le loro domande, la quotidianità delle nostre lezioni.
Anche per i ragazzi credo sia così. La prima settimana hanno festeggiato, la seconda se ne sono fatti una ragione, ma ora cominciano a sentire la pressione dei nostri insegnamenti a distanza. Tutti i giorni sul registro elettronico trovano nuovi compiti, video da ascoltare e studiare, appuntamenti per incontri delle video lezioni. Sono stressati, sfiniti e probabilmente stanno pensando che sarebbe meglio, piuttosto che studiare tutto, rompere i telefoni per liberarsi degli insegnanti che li perseguitano.
Forse stiamo esagerando tutti.
Io credo che dovremmo agire con l’ottica del “contenimento del danno”: facciamo fare ai ragazzi il minimo indispensabile ma diamo loro il tempo per capire, per approfondire, per leggere. Indichiamo loro qualche bel film da vedere, qualche libro. Proviamo a farli riflettere sulla quantità di informazioni che girano in questo momento, aiutiamoli a identificare le continue fake che girano e a riconoscere le notizie attendibili. Infine potremmo anche cogliere l’occasione per aiutare i ragazzi a riflettere su cosa significhi “interesse pubblico” come interesse di una comunità che si ritrova unita a combattere contro un pericolo comune e su come ognuno di loro potrebbe fare la sua parte, stando attenti a ridurre i contatti, andando a fare la spesa per i nonni, facendo giocare il fratellino che si annoia.
Torneremo a scuola e sarà tutto come prima, ma magari potrebbe essere anche meglio di prima.
p.s. non dubitate che presto pubblicherò i soliti materiali 😉